Il costume dell’uomo: confezionato con stoffa di lana calda e pesante ci ricorda da vicino i costumi del confinante Tirolo.
L’abito è composto da pantaloni lunghi fino al ginocchio, un giacchino corto davanti con due code dietro dal cui taschino spunta un candido fazzoletto ricamato, una candida camicia chiusa da due pon-pon verdi, una fascia di panno rosso in vita, un paio di calzettoni bianchi, tuttora rigorosamente confezionati a mano ed un paio di scarpe nere arricchite da una fibbia che, nella tradizione era d’argento. Completa l’abbigliamento un cappello nero, rigido ed a tesa larga, guarnito da una piuma di gallo forcello.
Il costume della donna: risale al 1600 ed è tra i più ricchi e caratteristici delle vallate alpine.
L’insieme è formato da un abito nero di lana, che termina con un’alta balza colorata ed arricciata; questa si chiama “DAPE’”, se è di colore rosso indica che la ragazza è nubile, se è di colore giallo distingue la donna sposata o vedova. Il vestito femminile comprende una camicia bianca di lino ricamata a mano con collo alto di pizzo e una ricchissima pettorina trapuntata detta “salva cuore” anch’essa ricamata a mano; le calze sono bianche con trafori e fiorellini rialzati.
A completare l’abito un grembiule e uno scialle con nastri di pura seta detti “cordelle” in una fantasia a vivaci colori. I capelli sono riuniti in una treccia che incornicia il capo, qualche ricciolo accarezza la fronte, le tempie, le guance. Una “crestina” ed un “cucchetto” di pizzo nero ornati di spilloni dorati incorniciano il tutto.
Le scarpette sono fatte a punta, di seta nera o di pelle d’agnello con suole sottili, spesso ornate di fibbiette o nastrini.
Come gioielli le tesine portavano degli orecchini pendenti ed una spilla in oro, alcuni giri di granate originali attorno al collo.